MITI DEI DODICI SEGNI ZODIACALI
A cura di Eugenia Di Bernardo
Fin dai tempi più remoti l’uomo ha osservato il cielo notturno, ammirando quegli sfavillanti puntini luminosi e, collegandoli con linee immaginarie, vi disegnò con la fantasia figure mitiche.
Sono nate così le costellazioni, uno dei più grandi spettacoli che la natura ci dona, che riesce sempre a riempire il nostro animo di ammirazione e reverenza.
Le costellazioni oggi riconosciute dagli astronomi sono ottantotto e parte di queste sono note come costellazioni zodiacali.
Nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, la Terra si sposta nello spazio e il Sole transita apparentemente tra le stelle descrivendo, in un anno, un cerchio massimo chiamato eclittica.
In questo moto apparente, il Sole percorre dodici costellazioni più una tredicesima, OFIUCO, che non è stata inserita nello zodiaco.
I dodici segni corrispondono approssimativamente ai mesi dell’anno, anche se alcune costellazioni sono più estese di altre (la VERGINE è circa tre volte l’ARIETE) ma gli astrologi preferiscono considerare ogni segno, corrispondente a trenta giorni.
ARIETE
L’ARIETE è la prima delle costellazioni zodiacali.
Anticamente segnava il punto dell’equinozio di primavera, che attualmente si trova nei PESCI; ha origini assai remote ed era molto considerata dagli astronomi greci.
Secondo la tradizione rappresenta un ARIETE dal prezioso vello d’oro che NEFELE aveva inviato sulla terra per salvare i figli FRISSO ed ELLE che il marito voleva uccidere.
NEFELE era la moglie di ATAMANTE, re di Beozia e da questo ripudiata per sposare INO, donna senza scrupoli, che architettò un piano ingegnoso per far uccidere i figli di ATAMANTE e poter far salire sul trono i propri.
Il sacrificio stava per avvenire quando ERMETE (MERCURIO), udito il pianto disperato di NEFELE, inviò sulla terra un ARIETE dal vello d’oro che salvò i giovani dalla morte.
L’ARIETE venne poi sacrificato a ZEUS (GIOVE) il quale mise un feroce drago come custode del prezioso vello.
In seguito l’eroe GIASONE e i suoi cinquanta argonauti, riuscirono a sconfiggere il drago e a riportare in Tessaglia, patria di FRISSO, il magico vello.
TORO
Nella mitologia greca sono contemplate due versioni che riguardano la costellazione del TORO. In una appare ZEUS (GIOVE) che dopo aver sedotto la sacerdotessa di ERA (GIUNONE), di nome Io, la tramuta in una giovenca per sottrarla all’ira di ERA.
Nell’altra ZEUS, invaghitosi di EUROPA, avvicina la fanciulla trasformandosi in TORO, la fa montare in groppa e la conduce a Creta dove la seduce.
In Egitto OSIRIDE era raffigurato come un TORO e ISIDE era raffigurata con corna di vacca.
Nella cultura persiana nel dio TORO MITRA veniva visto BACCO, dio del vino e, nei famosi baccanali il TORO, addobbato con fiori, era circondato da fanciulle che danzavano.
GEMELLI
Nella mitologia greca CASTORE e POLLUCE erano due gemelli figli di LEDA e di GIOVE. Si narra che nacquero da un uovo deposto da LEDA.
Quest’ultima si era unita a GIOVE che si era trasformato in un bellissimo cigno bianco per poterla conquistare.
I due fratelli compirono molte imprese fra le quali si annovera la loro partecipazione alla spedizione degli ARGONAUTI per la conquista del vello d’oro.
Nella loro ultima impresa tentarono il rapimento delle bellissime sorelle ILARIA e FEBE, ma i rispettivi promessi sposi delle fanciulle, IDA e LINCEO, si vendicarono e IDA ferì mortalmente CASTORE. POLLUCE cadde nello sconforto e pregò ZEUS di farlo morire. Quest’ultimo, mosso a compassione, gli concesse di poter trascorrere un giorno nell’Ade, il regno dei morti, insieme al fratello CASTORE e un giorno sull’Olimpo con gli altri dei.
CANCRO
Nella tradizione egizia il CANCRO era il dio dell’alba KEPRE, personificato dallo scarabeo che, si racconta, spingesse il dio RA (sole) nel suo passaggio giornaliero sulla terra.
Per i greci il granchio era l’animale che tentò di pizzicare i piedi di ERCOLE mentre questi combatteva con IDRA, il mostro dalle numerose teste.
ERCOLE, senza pietà, schiacciò il granchio che morì. GIUNONE trasformò il piccolo crostaceo in costellazione.
LEONE
Nelle civiltà mesopotamiche il LEONE era identificato col Sole.
In Egitto era collegato con la piena del Nilo che avveniva quando il Sole transitava nella costellazione del LEONE (solLEONE) e forse per questo motivo veniva raffigurata una testa di LEONE sopra le fonti, le fontane e le chiuse dei canali.
I greci vedevano in questo gruppo di stelle il terribile LEONE di Nemea che terrorizzava le città.
Su incarico di GIUNONE, ERCOLE affrontò e uccise la terribile belva soffocandola, poiché la bestia era invulnerabile alle armi.
Una terza versione parla della tragica storia di PIRAMO e TISBE, due innamorati la cui unione era osteggiata da entrambi i genitori.
La leggenda narra che i due giovani decisero di incontrarsi fuori città; TISBE arrivò per prima e mentre aspettava fu aggredita da un LEONE; fuggendo perse il suo velo che si lacerò. Quando PIRAMO giunse e vide il velo lacero, pensò che l’amata fosse stata divorata dal LEONE e si uccise con la propria spada.
Tornata indietro, TISBE vide PIRAMO morente e si trafisse anch’essa con la stessa spada.
VERGINE
Sono molte le leggende legate alla costellazione zodiacale della VERGINE e quindi molti i miti ad essa legati. Ha origini molto antiche. Secondo un mito rappresenta CERERE, dea romana delle messi che tiene in mano una spiga di grano. Nella cultura assiro-babilonese la VERGINE viene collegata alla dea ISHTAR, conosciuta anche come ASTART, dea della fertilità e della primavera, colei che scese negli inferi per cercare il suo amato TAMMUZ. Ma qui rimase imprigionato e in sua assenza la terra divenne arida. Gli dei, allora, la liberarono e al suo ritorno la terra tornò a rifiorire. Un ulteriore mito parla di PERSEFONE che fu rapita da ADES e portata negli inferi. La madre di lei, CERERE, per il dolore della perdita della figlia, distrugge i raccolti. Un altro mito di questa costellazione parla di ASTREA, dea della giustizia.
BILANCIA
Secondo i romani, la BILANCIA rappresenterebbe lo strumento col quale la dea della giustizia ASTREA, nella vicina VERGINE, pesava il destino di tutti i mortali. Un’altra versione parla della BILANCIA di MECHUS, il dio che inventò pesi e misure.
Per i greci, invece, le deboli stelle di questa costellazione facevano parte dello SCORPIONE ed era nota come CHELAE che significa “pinze” riferite al pericoloso animale.
SCORPIONE
Lo SCORPIONE è una fra le più belle costellazioni estive. Il mito riferito allo SCORPIONE parla di questo animale che uccise il cacciatore ORIONE su ordine della dea GEA. Il cacciatore venne poi resuscitato da ESCULAPIO, leggendario guaritore che si supponeva fosse antenato di IPPOCRATE. In Egitto le stelle dello SCORPIONE, per molto tempo, furono considerate come un serpente e la stella più luminosa. ANTARES, cinquemila anni fa indicava la posizione del sole all’equinozio d’autunno. ANTARES deriva dal greco anti-Ares, il quanto il suo colore rosso rivaleggiava con ARES, ossia MARTE, il pianeta rosso.
SAGITTARIO
Il SAGITTARIO è un’altra bella costellazione estiva, purtroppo bassa all’orizzonte, immersa nella via Lattea. Il mito di questo gruppo di stelle parla di una leggendaria creatura metà uomo e metà cavallo. Le sue origini sono molto antiche e il nome significa “arciere”.
Un’ulteriore leggenda racconta che il SAGITTARIO lanciò la sua freccia e uccise lo SCORPIONE, per vendicare la morte di ORIONE. I greci vedevano nel SAGITTARIO il satiro CROTO, che era in parte uomo in parte capro con una lunga coda di cavallo. Per i romani, invece, era il centauro CHIRONE.
CAPRICORNO
Il CAPRICORNO è legato al mito del dio greco PAN che aveva il corpo di un uomo con corna e zoccoli di capra. Secondo un’altra leggenda greca PAN era il dio protettore dei cacciatori e dei pastori.
Un giorno GEA, decisa a sterminare gli dei dell’Olimpo, inviò un orribile mostro, TIFONE. PAN riuscì ad avvertire gli dei che si trasformarono in pesci ingannando in tal modo il mostro, però PAN riuscì a trasformarsi solo parzialmente prima di tuffarsi. Tornato sulla terra affrontò TIFONE lanciando un urlo così potente da mettere in fuga il mostro. ZEUS, riconoscente, avrebbe ricompensato PAN ponendolo in cielo tra le stelle.
Un’altra versione mitologica assiro-babilonese parla di OANNES, dio della saggezza, metà uomo e metà pesce, che ogni tanto emergeva nel golfo Persico sotto forma di Sirena per insegnare all’uomo arti e scienze.
AQUARIO
Quest’antica costellazione è legata a diversi temi mitologici con parecchie varianti. Secondo i greci rappresenterebbe DEUCALIONE, unico sopravissuto assieme alla moglie PIRRA al diluvio con cui ZEUS sterminò il genere umano. Il padre degli dei ordinò alla coppia di gettare dei massi dal monte PARNASO. Da quelli lanciati da DEUCALIONE, si originarono umani di sesso maschile, da quelli lanciati da PIRRA, umani di sesso femminile.
Secondo un’altra versione sarebbe un giovanetto rapito da un’aquila inviata da GIOVE che lo volle sull’Olimpo come coppiere degli dei.
Gli Egiziani nella costellazione vedevano API, il dio del Nilo, che dispensava acque da un recipiente, fonte di sorte propizia.
Ancora i greci parlano di GANIMEDE, figlio del re di Troia, considerato bellissimo e per questo destinato dagli dei a rimanere immortale e a servire nettare divino dalla coppa dorata. Si parla anche di come ZEUS, innamoratosi del bellissimo GANIMEDE, in sembianze di aquila, lo rapisse per condurlo sull’Olimpo.
PESCI
I PESCI sono la dodicesima costellazione zodiacale. Anch’essa ha origini molto antiche e varie sono le leggende legate a questa costellazione. Secondo ERATOSTENE, astronomo greco, i PESCI rappresenterebbero DERKE, una divinità della Siria metà donna e metà pesce.
Un’altra versione parla di TIFONE, un’orribile creatura generata da GEA, che spaventava gli dei. Un giorno VENERE e CUPIDO si trovavano lungo le rive dell’Eufrate quando furono assaliti da TIFONE. I due si gettarono nel fiume trasformandosi in pesci per sfuggire al mostro. Per non perdersi nella corrente legarono le loro code con una fune. Infatti la stella Alfa di questa costellazione, AL RISHA che significa la corda, negli atlanti storici viene collocata a metà del nastro che unisce i due PESCI celesti.